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Nessuno ha dubbi sull’utilità dell’opera”. Ecco, non si può dire che l’assessora regionale alle Infrastrutture Claudia Terzi non nutra una grande convinzione nelle sue idee. Al punto che, parlando della ipotizzata autostrada Bergamo – Treviglio (o meglio Dalmine – Treviglio), estende la sua opinione sull’utilità a tutto l’universo mondo. “Nessuno ha dubbi”, dice infatti l’esponente leghista in una lunga intervista al Corriere Bergamo.

Era un collegamento la cui necessità era già evidente quindici anni fa e non vedo come, ancora oggi, si possa discutere di questa cosa”. Già, le discussioni sono oziose, inutili, strumentali. “Cosa fatta, capo ha” direbbe qualcuno, forse dimentico che in democrazia si può discutere tutto e sempre, fino all’ultimo secondo disponibile. Non foss’altro perché nei 15 anni evocati dall’assessora il territorio interessato è stato ulteriormente urbanizzato e ciò rende ancora più ostico, diciamo, quell’esercizio pressoché impossibile di conciliare la Autostrada Bergamo – Treviglio con il rispetto del medesimo territorio.

Su un concetto Terzi ha senz’altro ragione. Tanta, troppa, gente (e non parliamo dei cittadini), si è svegliata tardi, o finge di farlo. Nel centrodestra ma anche nel centrosinistra. Ma forse non è una valida ragione per accomunare tutti i contrari, gli scettici e i possibilisti in un unico calderone di ostili a prescindere.

Quell’opera dell’autostrada Bergamo – Treviglio, nel rapporto costi-benefici, appare a chi scrive (che ha vissuto a Verdello per 40 anni) semplicemente insostenibile. Meglio sarebbe stato investire tante decine di milioni sulla viabilità esistente (con opportune migliorie). Un buon amministratore, specie se espressione di un partito che attribuisce valore determinante ai legami con il territorio, dovrebbe sempre farsi venire dei dubbi. E ascoltare i tanti che serenamente e pacatamente li coltivano.

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