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L’intervista al candidato sindaco Adriana Belotti (58 anni, da poco pensionata, membro del CdA della Fondazione CARISMA di Bergamo, ex Direttore Generale di RSA) in campo per le elezioni amministrative 2019 a Martinengo con la lista civica “Adriana Belotti per Martinengo”.




Perché ha scelto di candidarsi alla carica di sindaco?
Cinque anni fa, un po’ inconsciamente magari, ho fatto questa identica scelta perché volevo offrire le competenze mie e del mio gruppo a Martinengo. Un’alternativa al “grigiore” degli ultimi anni. Ora, dopo 5 anni, dopo un po’ di esperienza fatta, credo che per Martinengo sia una necessità offrirsi per un’amministrazione diversa, meno legata a questioni prettamente partitiche, ma al contrario finalizzata a comprendere e a rispondere ai veri bisogni della gente.

Cosa rimprovera all’attuale amministrazione in questi cinque anni? Ravvisa errori importanti?
Beh… Non so se Lei avrà occasione di fare una passeggiata nel nostro paese. Anzi nella nostra città. Lo vedrà con i suoi occhi. A parte il belletto che l’amministrazione sta mettendo proprio (guarda caso) in questi ultimi giorni, negli ultimi due anni Martinengo è stata letteralmente abbandonata a sé stessa. Le promesse elettorali clamorosamente disattese. Città della salute finita in una controversia tra Comune e cooperativa che ha in gestione la RSA e che ora dovranno sorbirsi le amministrazioni successive; sicurezza, cavallo di battaglia di tutte le amministrazioni leghiste che ha dato a Martinengo il peggio di sé. Direi che ce n’è già abbastanza non crede?

Quale sarà la sua azione amministrativa in caso di vittoria?
Da sempre il mio gruppo, al di là delle illazioni insensate di qualche componente della maggioranza, ha fatto della moderazione e della collaborazione, il motivo della presenza in Consiglio comunale. Anche con il nuovo gruppo che ho l’onore di capitanare, vorrei che il leitmotiv del nostro mandato, fosse ancora questo. Non ci siamo mai prestati alle critiche o alla sufficienza che questa maggioranza ci ha riservato. Abbiamo sempre lavorato con impegno e con l’unico interesse di fare il bene dei cittadini. Questo voglio e vogliamo fare.

Tre doti che ritiene di possedere per amministrare nel modo migliore?
Ho diretto per anni una RSA, con risultati che parlano chiaro. Ho fatto parte e tutt’ora faccio parte di un Cda di un’importante Fondazione. Credo di avere competenze che siano almeno sufficienti. Ho l’umiltà di coloro che sanno che comunque c’è sempre da imparare.
Ho la voglia di mettermi in gioco spendendomi in prima persona per il bene dei miei concittadini. Martinengo è la città dove vivo praticamente da sempre. Ora poi, ritirata dal lavoro, ancor maggiormente.

Cosa manca al paese che lei si impegnerà, se eletta, a concretizzare?
A Martinengo è venuto a mancare il senso di comunità, il senso di socialità. La cosa che si sente più spesso è che è un paese “vuoto”. Mi piacerebbe davvero vedere Martinengo rivivere, rinascere. Rendere i cittadini partecipi della vita amministrativa, coinvolgere le associazioni con spirito di gruppo; per fare questo occorre che Sindaco, Assessori e Consiglieri siano costantemente presenti nel proprio territorio.

C’è un ruolo strategico che il paese per il quale si candida potrebbe occupare nel contesto della nostra provincia?
Martinengo è una città stupenda storicamente. Ha ancora il vallo che la circonda, un bel centro con i portici, più di un sito di importanza storica e artistica. Quando ci sono le iniziative turistiche, il nostro paese è uno di quelli nei dintorni, più visitati. Credo che già questo basterebbe a far vivere a Martinengo un ruolo fondamentale nella provincia.

Come descriverebbe ad un estraneo il paese per il quale si candida?
Come ci descrivevano i professori quando andavamo a scuola. Ha enormi potenzialità ma può fare molto, molto di più. Martinengo ora è così.

Quale è oggi la difficoltà maggiore nell’essere sindaco?
Essere sindaco oggi, non è più come fare il sindaco solo 10/15 anni fa. Non è più pensabile di fare il sindaco dedicando alla propria città un giorno a settimana per ricevere qualcuno. La crisi economica poi, ha messo in difficoltà gli amministratori anche dal punto di vista finanziario. I sempre minori trasferimenti Stato – Regioni – Comuni, obbligano chi governa a fare giochi di equilibrio tra il mantenimento dei servizi e i costi sostenibili.

Come intende affrontare le situazioni di marginalità sociale del suo territorio?
Beh… in queste cose non ci sono ricette giuste come qualcuno ci ha fatto credere in passato. Certo è che la mia professione passata e le particolari sensibilità del mio gruppo, saranno sicuramente in grado di affrontarle nel modo migliore. Abbiamo già diverse idee.

Il suo politico di riferimento (anche passato) e perchè?
Sarò sincera. Ho sempre vissuto, almeno fino a qualche anno fa, la politica un po’ a “distanza”. Quindi non ho nemmeno maturato stima o deprezzamento particolare per qualcuno. Se però mi chiede un nome, una persona, un politico che oggi stimo per la sua compostezza, ma anche per la sua discreta ma incisiva determinatezza, è il nostro Presidente della Repubblica.

A un indeciso in cabina elettorale cosa gli direbbe per farsi votare?
Gli direi solo di ricordare cosa era stato promesso da questa amministrazione e cosa poi mantenuto. Penso sia sufficiente.


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