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Stiamo entrando nella terza settimana di Avvento e nei vari canali social è un fiorire di iniziative e proposte volte ad esplorare riflessioni sul significato dell’attesa e, di conseguenza, sul valore del tempo. A fare da colonna sonora a questi online, spesso consistenti in brevi video oppure post, ci sono in modo sempre più ricorrente anche le classiche e bellissime canzoni di Natale le quali, con le loro melodie, rendono sempre più intenso e delicato questo conto alla rovescia natalizio.

Ci sono, però, anche canzoni che introducono a un livello di attesa un po’ diverso perché più esistenziale come, ad esempio, il brano Pianeti (del cantante Ultimo) nel quale l’artista romano si racconta con queste parole: “Io ti aspetto perché è nell’attesa che riesco a ritrovarmi, a ritrovarti, a ritrovare un senso”.

Ecco, quindi, che lasciandosi condurre da melodie così intense che può nascere il desiderio di una prospettiva più umanamente relazionale sul vivere questo periodo e, in tal senso, si segnala come di grande valore l’evento organizzato dall’associazione Bergamo Incontra dal titolo “C’è forse qualcosa di cui si possa dire: ecco questa è una novità?”

Chiediamo al Presidente Michele Milesi di aiutarci a capire meglio il contenuto di questo evento che si svolgerà il 16 dicembre al Centro Congressi Giovanni XXIII a Bergamo alle ore 21.

Quale è il motivo dell’incontro?

Abbiamo deciso di organizzare questo incontro perché siamo rimasti colpiti dalla lettura del libro “C’è speranza? Il fascino della scoperta” di Julian Carrón, perché il clima di incertezza che continua ad accompagnarci ci pone continuamente davanti una domanda sulla speranza: cosa vuol dire oggi per noi sperare? Da dove nasce la nostra speranza e che cosa la sostiene? Ci basta tornare alla normalità? Questo bisogno e queste domande ci hanno spinto a paragonarci con serietà con le pagine del libro e a confrontaci con persone che abbiamo visto muoversi in modo affascinante nell’arco di questi due anni. Con loro, a cui abbiamo proposto la lettura del libro, sono nati dialoghi interessanti non scontati e soprattutto sinceri che desideriamo proporre a tutti nel nostro incontro pubblico.

Un‘indicazione sui relatori?

I quattro relatori sono  

  • Marcella Messina, assessore alle politiche sociali del Comune di Bergamo,
  • Claudio Cancelli, sindaco di Nembro
  • don Giovanni Gusmini, direttore dell’Istituto di Scienze religiose di Bergamo,
  • Ivo Lizzola, professore di pedagogia all’Università degli Studi di Bergamo.

Tutti sono stati colpiti dalla lettura del libro, dalle tante citazioni e dal percorso tutto umano che Carrón fa; soprattutto hanno trovato una corrispondenza nel bisogno umano che emerge dalle pagine del libro e che ritrovano nella loro realtà. Per tutti, mi sembra di poter sintetizzare, la speranza nasce e si alimenta nel rapporto con l’altro, nel legame che si crea con chi fa un cammino umano e al quale ci si vuole legale per il bene proprio e del mondo. Desideriamo incontrare ciascuno di loro nel punto che più li infiamma e che li fa muovere con positività dentro la quotidianità lavorativa, sociale e famigliare, facendoci raccontare di fatti, persone, avvenimenti che hanno fatto breccia nella loro vita come una novità che permette di guardare senza paura e con speranza al presente al futuro. Con loro vorremmo anche “rileggere” e riguadagnare il testo di Carrón, attraverso quello che più li ha colpiti.

Rispetto al Natale cosa ci dice?

Abbiamo deciso di proporre questo incontro prima di Natale per regalare a tutta la città un dialogo che ha come punto centrale proprio la speranza, che fiorisce nell’imbattersi in persone che sono leali con sé stesse, costruiscono, sono propositive e si spendono per gli altri. Nella vita ci sono infatti fatti, persone o momenti di persona che portano in sé una novità, una verità umana profondamente desiderabile, senza paragoni. Chi si imbatte e si lascia attrarre da quei fatti, da quelle persone, comincia a sperimentare su di sé un nuovo modo di vivere la quotidianità. Con Gesù il seme della speranza è entrato nel mondo e continua a mettere radici in persone, incontrando le quali il nostro cuore si riaccende e si rianima. Ed il primo a riaccendere questa speranza in noi è proprio il Bambino che nasce e che si fa eterno compagno della nostra vita.


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Autore

Alessandro Grazioli

Marito e papà di 4 bambini, laureato in Giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano, Business Unit Eticapro, Consigliere Comunale, scrittore di libri per l'infanzia, divulgatore e influencer sociale su Socialbg

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