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Qual è il segreto per correre forte la maratona, lunga 42 chilometri e 195 metri? Comprare le nuove scarpe prodotte da aziende come Nike e Adidas. Sono disponibili nei negozi al costo di circa 500 euro, alto ma non proibitivo (ed è questa la motivazione che ha spinto i dirigenti dell’atletica leggera mondiale ad approvarle).

Questo segreto ha dato un giro di vite a quello precedente, cioè nascere in Etiopia o Kenya e allenarsi come forsennati sugli altipiani a 2˙000 metri di altitudine.

La scoperta è avvenuta lo scorso 24 settembre, quando si è corsa la maratona a Berlino e una ragazza etiope, Tigist Assefa, ha demolito il record mondiale femminile della specialità in 2h11’53”. Marco Bonarrigo, sul Corriere della Sera cartaceo del 25 settembre ha definito «assurdo» quel tempo (che ha abbassato di 2’11” il record precedente, a sua volta definito soltanto «mostruoso») perché più basso rispetto al tempo con cui Abebe Bikila vinse la maratona olimpica maschile di Tokyo 1964, in 2h12’12”.

Pochi giorni dopo, l’8 ottobre, a Chicago è stato migliorato il record mondiale maschile, dal kenyano Kelvin Kiptum, in 2h00’35”. Quasi superando la soglia psicologica delle 2 ore, uno dei limiti che sembravano imbattibili da un essere umano.

Secondo uno studio pubblicato da Andrea Buongiovanni su la Gazzetta dello Sport cartacea del 9 ottobre, con quella prestazione Kiptum avrebbe staccato Bikila di 3,7 km.

Nella corsa di Chicago la gara femminile è stata vinta da un’altra etiope (di origine – il suo passaporto è olandese) Sifan Hassan, che ha stabilito il record europeo in 2h13’44”. La Hassan detiene tutti i record europei della corsa dai 1500 metri in pista in su, passando per 5000, 10˙000 e mezza maratona.

Ciò forse spiega qualcosa rispetto alle caratteristiche di un maratoneta moderno: deve avere un’alta velocità di base e correre già bene le gare di mezzofondo veloce. Così quando passa alla maratona aggiunge un elemento in più alla tradizionale dote della resistenza alla fatica.

La stessa Assefa, che fino al 2022 correva la maratona in più di 2h34’, ha un passato di corse in pista e Kiptum ha corso per 6 volte in carriera la mezza maratona (corsa di 21 chilometri e 97 metri) in meno di 1 ora,

Per capire qualcosa di più circa le nuove scarpe, Luigi Bolognini ha intervistato per la Repubblica cartacea del 1° novembre Gabriele Rosa, che è stato manager di numerosi maratoneti che hanno detenuto il record mondiale.

La sua diagnosi è che le scarpe a gondola (cioè con suola alta più di 40 millimetri, più larga del piede e con una soletta di carbonio che agisce da leva) possono allungare la falcata naturale degli atleti. Così  il tempo di percorrenza su oltre 40 km può diminuire anche di 3’.

A patto però che gli atleti abbiano certe caratteristiche fisiche, come gambe particolarmente lunghe. Se non le hanno, gli effetti positivi delle scarpe sono minori o addirittura azzerati.

In sintesi, con le gondole è come se si corresse in un altro mondo.

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Autore

Guido Tedoldi

Nato nel 1965 nel milieu operaio della bassa Bergamasca. Ci sono stato fino ai 30 anni d’età, poi ho scelto di scrivere. Nel 2002 sono diventato giornalista iscritto all’Albo dei professionisti. Nel 2006 ho cominciato con i blog, che erano tra gli avamposti del futuro. Ci sono ancora. Venite.

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