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Dopo alcuni mesi di preparazione, il distretto bergamasco dell’economia sociale e solidale è pronto a partire. Nei mesi di aprile e maggio ci saranno una serie di incontri con le realtà del territorio e poi, in estate, la prima assemblea di tutte le realtà che via via stanno aderendo.

Il distretto raccoglie il testimone della rete che si è mobilitata per la raccolta firme sulla legge di iniziativa popolare che lo scorso anno è stata sottoscritta da più di novemila persone e punta su cinque obiettivi: sensibilizzazione sui temi dell’ESS attraverso incontri, laboratori, mostre; coordinare le proposte già esistenti e sostenere nuove progettualità territoriali; promuovere le realtà territoriali dell’ESS nelle scuole di ogni ordine e grado attraverso attività di formazione; far emergere un mercato del lavoro che indirizzi verso occupazioni o iniziative di autoimprenditorialità nell’ambito dell’ESS in collaborazione con le realtà di formazione professionale; promuovere l’incontro tra l’offerta di beni e servizi dell’ESS e la domanda da parte degli enti locali e dei cittadini, anche organizzati in gruppi di acquisto o cooperative di consumo.

Ma cosa si intende per ESS (economia sociale e solidale)? Si tratta dell’attività economica, sociale e culturale, fondata sui principi di equità e coesione sociale, di solidarietà e cooperazione, di sostenibilità ambientale ed energetica e finalizzata in particolare alla valorizzazione delle relazioni tra produttori e consumatori, al rispetto della persona, all’equa ripartizione delle risorse ed alla cura del bene paesaggistico e ambientale, le cui attività si ispirano a modelli partecipativi e di democrazia dei processi produttivi, alla tutela ambientale, alla gestione efficace dei beni comuni e prediligono strumenti di finanza mutualistica e solidale, sviluppano pratiche di consumo consapevole e responsabile. 

Il DESS nasce all’interno di una lunga storia che anche in bergamasca è andata crescendo per sedimentazioni successive, a partire dal primo ceppo delle economie e delle organizzazioni sociali e cooperativistiche radicate soprattutto nel solidarismo cattolico e nel mutualismo laico che hanno le loro radici nella seconda metà dell’800 sul quale si sono innestate le associazioni che hanno contribuito alla ricostruzione a partire dal secondo dopoguerra. Ancora, su queste, le esperienze dei movimenti sociali degli anni ’70 e ’80, molte delle quali hanno poi dato vita nei due decenni successivi allo sviluppo del Terzo settore e della cooperazione sociale. L’evoluzione, soprattutto a cura della cooperazione sociale in agricoltura, verso pratiche produttive realizzate secondo i principi del biologico si è saldata con una successiva ondata partecipativa, che ha visto lo sviluppo della rete del Commercio Equo e Solidale, articolata nella rete delle Botteghe legate al circuito nazionale CTM e nella rete collegata ad ambienti missionari. L’impegno verso un consumo critico avvia la nascita di organismi e pratiche solidali collegate alla stagione intensa dei movimenti per una globalizzazione alternativa. È il tempo della nascita dei primi Gruppi di Acquisto Solidale (2002) e dell’impegno nelle pratiche di consumo critico di network come la Rete Lilliput. È la crisi globale tra il 2007 e il 2011, che crea le condizioni e la spinta per la costituzione della rete di Cittadinanza Sostenibile, il principale contenitore che tenta di coordinare l’arcipelago di organizzazioni e gruppi affiancato poi, a partire dal 2014, dalla costituzione del Biodistretto dell’Agricoltura Sociale bergamasca.

Oggi il DESS vuole essere la casa della Economia Sociale e Solidale bergamasca, per darle voce, forza e rappresentatività e per aiutare il nostro territorio a premiare la vocazione per un modello di sviluppo economico sostenibile. Possono aderire al DESS in qualità di soci sia persone fisiche che giuridiche, associazioni, enti locali, realtà del terzo settore, gruppi di acquisto solidale (GAS), banche del tempo, organizzazioni operanti nel campo della finanza etica, mutualistica e solidale, del mutualismo e del commercio equo e solidale, scuole, sindacati e associazioni di categoria.

Le porte sono aperte, e tutti coloro che volessero costruire un’occasione di incontro per capirne di più possono scrivere all’indirizzo [email protected].

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