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Dalla prossima Pasqua non sarà più la stessa Messa. Infatti, dal 4 aprile 2021 entra in vigore la terza edizione del nuovo messale (che pensiona quella del 1983) elaborato dalla CEI, l’assemblea dei vescovi italiani. Già dal 29 novembre (prima domenica di Avvento) i parroci e i fedeli più ligi alle novità potranno prendere confidenza con le nuove formule. La maggior parte delle variazioni riguarda le formule proprie del sacerdote. I ritocchi destinati all’assemblea sono pochi. Una scelta di campo della commissione che ha curato il testo per evitare “scossoni” destinati a creare eccessive difficoltà. Già nei riti di introduzione dovremmo abituarci a un verbo al plurale: “siano»”.

Non sentiremo più “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi”, ma “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi”. L’atto penitenziale sembra accogliere rivendicazioni di genere. Accanto al vocabolo “fratelli” ci sarà “sorelle”. Quindi diremo: “Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle…”. Segue: “E supplico la beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle…”. Le invocazioni, in italiano, “Signore, pietà” e “Cristo, pietà” passano al greco:  “Kýrie, eléison” e “Christe, eléison”.

Si arriva al Gloria che avrà la nuova formulazione “pace in terra agli uomini, amati dal Signore”. Una revisione che sostituisce gli “uomini di buona volontà”. Dopo il Santo, il prete dirà: “Veramente santo sei tu, o Padre…”. E proseguirà: “Santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito”. Inoltre, nella consacrazione si ha “Consegnandosi volontariamente alla passione”. E nell’intercessione per la Chiesa l’unione con “tutto l’ordine sacerdotale” diventa con “i presbiteri e i diaconi”. Al termine della Messa la formula sarà: “Andate e annunciate il Vangelo del Signore”. Più sobria rispetto all’attuale formula.

La liturgia eucaristica vede fin dall’inizio alcuni ritocchi. Dopo l’orazione sulle offerte, il sacerdote, mentre si lava le mani, non sussurrerà più sottovoce “Lavami, Signore, da ogni colpa, purificami da ogni peccato” ma “Lavami, o Signore, dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro”. Poi inviterà a pregare dicendo (anche in questo caso con piccole revisioni): «Pregate, fratelli e sorelle, perché questa nostra famiglia, radunata dallo Spirito Santo nel nome di Cristo, possa offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente”. Un discorso a parte meritano le Preghiere eucaristiche e i prefazi. Sono ben sei i nuovi prefazi: uno per i martiri, due per i santi pastori, due per i santi dottori (che possono essere utilizzati anche in riferimento alle donne dottore delle Chiesa per le quali finora mancavano testi specifici), uno per la festa di Maria Maddalena.

La modifica del nuovo messale che più coinvolgerà il popolo dei fedeli riguarda il Padre Nostro. Il nuovo Messale prevede l’inserimento di un “anche” (“Come anche noi li rimettiamo”). Poi non ci sarà più “E non ci indurre in tentazione”, bensì (cambiamento caro a Papa Francesco) “Non abbandonarci alla tentazione”.


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