Biondi immobiliare

Krizia è stata considerata la madre degli hot pants, i pantaloncini femminili corti (spesso scandalosamente cortissimi). In Italia ha sdoganato il prêt-àporter, quel genere d’abbigliamento pronto ad essere indossato, che ha trasferito la creazione dei vestiti dalla bottega di sartoria, all’industrializzazione del tessile.

Krizia, al secolo Maria Mandelli

Portò le minigonne nel nostro paese, destando scandalo, ma anche tanta ammirazione, visto che il suo stile non è mai stato nè volgare nè evanescente. La stilista Krizia, al secolo Maria Mandelli, è nata a Bergamo il 31 gennaio 1925. Quando ancora si chiamava Maria, anzi Mariuccia, scopre una grande passione per i tessuti e per le stoffe: ” … da bambina mi piaceva vedere le bambole come fossero manichini – dichiarò Krizia negli anni Novanta – vicino a casa mia, a Bergamo, si trovava una sartoria ed io andavo lì a copiare i vestiti degli adulti, per realizzarli in versione piccola per le bambole“.

Maria diventa maestra elementare, intorno ai vent’anni insegna a Cassano d’Adda, ma quello non lo considera il proprio mestiere, era un modo per guadagnare il denaro urtile a pagarsi l’Università in Svizzera. Negli anni Cinquanta decide di dedicarsi alla moda avviando un sodalizio con Flora Dolci: “… la mia non era solo passione per la moda, io la moda la volevo cambiare“. Si crea un nome d’arte, Krizia, prendendo ispirazione dall’ultimo Dialogo incompiuto di Platone, incentrato su Crizia, sulla vanità femminile e sulle controtendenze.

L’abito non è tendenza è innovazione

Per la bergamasca Krizia non si doveva correre dietro alla tendenza, quando si pensa ad un abito occorre cercare l’innovazione. Negli anni ’60, con i propri vestiti, partecipa ad una sfilata a Palazzo Pitti di Firenze; qui propone il prêt-àporter e vince il premio della stampa; per quell’ingessato mondo della moda la sua è un’intollerante provocazione, mentre per la critica Krizia rappresenta idee giovani.

Porta le sfilate da Firenze a Milano, viene definita Crazy Krizia, per le sue idee di totale rottura e allarga  i prodotti agli occhiali e ai profumi. E’ il 1986 e l’allora Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, la nomina Commendatore. La nostra stilista crea anche per gli uomini, anche se l’emancipazione e la libertà femminile rimane la bussola del suo lavoro.

Nel 2014 Krizia cede l’attività alla Shenzen Marisfrolg Fashion, l’azienda venditrice di abiti con a capo la miliardaria cinese Zhu Chong Yun, della quale Mariuccia Mandelli aveva dimostrato grande considerazione: “Zhu ha il talento per proseguire il processo innovativo di Krizia“.

No alla volgarità

La stilista di Bergamo voleva cambiare le donne, emanciparle, renderle libere, evidenziando grinta e disinvoltura. “Non mi importava che i miei abiti venissero definiti folli – dichiarò Krizia alcuni anni prima di mancare – l’importnate è che fossero divertenti e attuali, con le mie stoffe volevo essere contestatrice, senza dimenticare la regola dell’eleganza“.

No alla volgarità !!” era il suo motto. Krizia creò le maglie con gli animali, tanto care a Lady Diana e a proposito la nostra stilista aveva le idee chiare sull’eleganza: “gli animali più eleganti? Sono i felini”. Ci ha lasciati il 6 dicembre 2015, ma il suo lavoro rimarrà indelebile, nel tempo.

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Autore

Fabio Buffa

Ho iniziato la mia attività nel mondo dell'informazione nel 1988, a 19 anni, entrando a far parte della redazione del giornale Il Piccolo di Alessandria. Nel 1993 passo a La Voce Alessandrina e in questo periodo divento giornalista pubblicista. Nel 1995 inizio a disegnare vignette satiriche per il settimanale La Pulce Nell'orecchio. In questi ultimi 25 anni ho poi collaborato con giornali e siti internet d'informazione, come giornalista e in qualità di vignettista e di realizzatore di freddure.

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