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San Francesco d’Assisi dice al lupo di Gubbio: “Tu sei malvagio quando sbrani chi trovi sul tuo cammino, ma sono certo che lo fai perché hai fame”. Dirà poi agli abitanti del paese umbro: “Convertitevi e sfamate il lupo”. Cambiamo il santo di Assisi con Papa Francesco, e il lupo con i migranti e gli ultimi in genere, ed abbiamo il richiamo di un pontificato alla conversione, ovvero al cambio di percezione delle cose e degli altri, al vedere gli altri con occhi nuovi per offrire il dono del per-dono, anche quando subiamo un tradimento, come il padre del figliol prodigo e come il Vescovo Myriel col miserabile Jean Valjean, che si era fatto 19 anni di carcere per aver rubato una pagnotta per sfamare i nipoti.

A volte c’è un’innocenza diversa da quella del codice penale, non vista dalla giustizia: Rousseau si chiede: “L’uomo creato buono da Dio può diventare cattivo per opera dell’uomo?”. Abbiamo smesso di leggere i Vangeli e romanzi come ”I miserabili”, abbiamo chiuso le porte e i porti ai viandanti: siamo diventati noi i nuovi miserabili? L’eredità di Papa Francesco è molto impegnativa, proprio perché conficcata nel Vangelo, nel segno del principio di fraternità che porta al dono e al per-dono, e non ammette banalizzazioni né strumentalizzazioni. Caro Francesco, prega per noi.

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