Biondi immobiliare

Operazione Tedoldi 2.0 n.3

E alla fine è successo: sono tornato a giocare a scacchi a tavolino, con avversari seduti davanti. Ok, la distanza tra di noi era superiore al metro e mezzo, indossavamo la mascherina, di traverso alla scacchiera c’era uno schermo trasparente per limitare la trasmissione del maledetto Covid 19 (come da protocolli Federali per evitare il più possibile i contagi) ma insomma eravamo lì, a giocare.

Il torneo cui ho partecipato io è stato l’Open Internazionale Sud Est Milano, disputato dal 21 al 23 maggio a Robbiano di Mediglia (maggiori info sono sul web al link: http://vesus.org/results/open-internazionale-sud-est-milano/).

Respirare di nuovo l’aria del torneo, reincontrare dopo mesi alcuni amici, è stato veramente bello.

Per quanto riguarda i risultati, ehm, sono stati in linea con quelli dei tornei precedenti il lockdown: ho perso ranking elo. Anche una cadenza di 90’ a testa per la partita con incremento di 30” a mossa ormai mi sembra velocissima, il mio cervello scacchistico è diventato un bradipo a capire le posizioni. Se poi incontro minorenni, molto più rapidi di me, rischio sempre il tracollo.

Qualche giorno dopo si è verificato anche il mio ritorno alle manifestazioni promozionali – con la 6ª edizione di Ting, Treviglio in Gioco (ne ho parlato qui su SocialBg, al link: https://www.socialbg.it/parte-la-6a-edizione-di-ting-treviglio-in-gioco/).

Stavolta non ho organizzato un torneo, nemmeno minimale: l’evento si è svolto il 12 e 13 giugno, e ancora non c’era stato il passaggio alle «zone bianche» con un certo rilassamento rispetto ai protocolli medici. Soltanto gioco libero, in quantità.

Rispetto alle scorse edizioni alle nostre scacchiere abbiamo avuto meno pubblico, ma una percentuale altissima di richieste di corsi. Da parte di bambini, ragazzi, adulti, genitori, nonni… il nostro gioco sta vivendo un momento di grande fascino.

Fino a pochi mesi fa sembrava che la nomea di gioco per «pensatori» fosse negativa, invece in molti stanno riscoprendo il gusto di impegnare i neuroni. Quasi ogni partita, anche disputata da spingilegno invece che da campioni, diventa rapidamente complicata. Ed è semplicemente bello cercare di risolvere i problemi che le posizioni pongono. Prima eravamo solo noi scacchisti a saperlo, adesso sta diventando un senso comune.

Qualche giorno dopo ancora, domenica scorsa 13 giugno, c’è stata un’altra manifestazione promozionale in presenza: a Ciserano, nel parco della Fopagera che l’Amministrazione comunale sta progressivamente allargando. A metà pomeriggio c’è stata l’inaugurazione di una nuova area, nelle ore precedenti una decina di bambini si sono divertiti a giocare un torneo a cadenza semilampo sui 10 minuti.

Niente di ufficiale, sanificante per le mani, mascherine distanziamento, ecc. ecc.

Ma intanto si è tornai a giocare in presenza.

Un grande, grande, sospiro di sollievo.

(L’Operazione Tedoldi è una cosa che mi riguarda personalmente. È cominciata da una chiacchierata fatta al Circolo scacchistico di Treviglio intorno al 2007, e da una domanda che molti giocatori si pongono: un adulto che sappia giocare già da molti anni, pur essendo una schiappa come il giorno prima di imparare il gioco a che livello agonistico può arrivare…? Secondo un’opinione consolidata il limite è 2000 elo. Io ci sto provando)

Autore

Guido Tedoldi

Nato nel 1965 nel milieu operaio della bassa Bergamasca. Ci sono stato fino ai 30 anni d’età, poi ho scelto di scrivere. Nel 2002 sono diventato giornalista iscritto all’Albo dei professionisti. Nel 2006 ho cominciato con i blog, che erano tra gli avamposti del futuro. Ci sono ancora. Venite.

Vedi tutti gli articoli