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Agli inizi di ottobre alla Mazzoleni Art Gallery di Alzano Lombardo saranno esposte alcune delle più belle scacchiere appartenenti ad Anatolij Karpov, leggendario campione di scacchi russo. Un accordo di esclusiva, infatti, lega Karpov alla Fondazione Mazzoleni per un anno intero. Un periodo di tempo per il quale si stanno imbastendo eventi di spessore che toccano anche Bergamo. Per ora Mario Mazzoleni, presidente della Fondazione, anticipa che qualche pezzo raro della vastissima collezione del Grande Maestro sarà esposta nelle vetrine di via Antonio Locatelli ad Alzano. Il resto delle scacchiere, ora in esposizione al Forte Village Resort in sardegna, saranno visibili agli inizi di gennaio.

La possibilità di avere Karpov a Bergamo

E’ tutto ancora da programmare – precisa Mazzoleni – anche se l’idea sarebbe di portare Karpov a Bergamo per un grande happening culturale dove ovviamente gli scacchi saranno i padroni di casa”. Un binomio, quello tra scacchi e arte, che ha stuzzicato le speculazioni intellettuali dei più forti giocatori. Uno dei predecessori di Karpov nell’olimpo scacchistico mondiale, l’armeno Tigran Petrosian, sosteneva che “gli scacchi sono un gioco per la loro forma, una scienza per la loro difficoltà e un’arte per la loro essenza”. Pertanto l’operazione di Mazzoleni sarà salutata con piacere dai tanti appassionati del gioco dei re che vantano, per quanto riguarda la Federazione Scacchistica Italiana, un presidente bergamasco: Gianpietro Pagnoncelli.

La chessboard mondiale del 1984

Tra le rarità che potremo ammirare ad Alzano Lombardo in autunno c’è una scacchiera di bronzo creata Rodin, un’altra dove i trentadue pezzi (dai pedoni alle torri) sono realizzati con ossa certificate di mammut datate 40.000 anni fa. “Poi – prosegue Mazzoleni – avremo una scacchiera che porta una dedica a Napoleone e una rarità firmata da Salvador Dalì con i pedoni a guisa di orologi molli”. E infine la mitica “chessboard” dove venne giocato il match mondiale del 1984 tra Karpov e il suo rivale di sempre: Garry Kasparov. Un match che fu fermato dopo 48 partite e cinque mesi di gioco poiché nessuno arrivò a vincere per primo sei partite. (Bruno Silini)

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