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L’intervista al candidato sindaco Pasquale Gandolfi (43 anni, architetto, vice presidente della Provincia di Bergamo) in campo per le elezioni amministrative 2019 a Treviolo con lista civica “Progetto Treviolo



Perché ha scelto di ricandidarsi alla carica di sindaco?
Oggi si ricandida il gruppo “Progetto Treviolo”. Il sindaco da solo non può far nulla. E’ parte integrante di un gruppo dove tutti sono fondamentali ed indispensabili. Il gruppo “Progetto Treviolo” cinque anni fa mi chiese di candidarmi sindaco e grazie a questa grande squadra (composta da splendide persone) e a tutti i cittadini che ci hanno sostenuto abbiamo intrapreso un percorso impegnativo e meraviglioso che ci ha permesso di amministrare il paese di Treviolo. Oggi questo gruppo si è allargato. Amministrando abbiamo avuto la fortuna di incontrare molte delle positività presenti nel nostro Comune e oggi, con altrettanto coraggio, il gruppo “Progetto Treviolo” ha deciso di ridarmi fiducia, scegliendomi come candidato sindaco alle prossime elezioni comunali.

Tre doti che ritiene di possedere per amministrare nel modo migliore?
Non so se le ho tutte, ma credo che siano doti che deve avere chiunque voglia amministrare. La prima è il CORAGGIO, legato ad un po’ di sana incoscienza. Non è di certo facile amministrare e per questo è fondamentale affrontare al meglio ogni scelta con la giusta coscienza. La seconda dote è l’ASCOLTO. Bisogna saper capire i bisogni della gente per essere in grado di dare poi le risposte adeguate. La terza dote (forse è la più complicata) è riuscire a mettere da parte il protagonismo personale ed essere in grado far emergere tutto ciò che di meraviglioso c’è all’interno di una Comunità. Un sindaco non deve “strafare”, deve solo far in modo che il meglio che è all’interno di ogni cittadino possa emergere.

In questi cinque anni quale considera il suo capolavoro amministrativo?
Molti sogni in questi anni sono diventati realtà: la realizzazione di una futura casa di riposo, la mobilità dolce con più di 4 chilometri di piste ciclopedonali e la lotta all’evasione nella convinzione che è giusto che paghino tutti per far pagare a tutti meno. Inoltre, come dicevo prima, l’essere riuscito a far esprimere un’intera comunità in una manifestazione, TREVIVA, che ha mostrato quanto il nostro territorio sia ricco, non tanto economicamente o di bellezze storico artistiche, ma di persone, di associazioni e soprattutto di tessuto sociale.

Architetto, sindaco e vice presidente della Provincia. Come fa a trovare il tempo per tutto senza trascurare niente?
Sindaco sei giorni su sette dalle 8,15 alla 13,30, senza contare le riunioni serali. Poi tre pomeriggi in Provincia e il resto del tempo in ufficio. È stato certamente impegnativo, ma ho sempre dato il massimo ovunque e se ho ottenuto dei risultati positivi è esclusivamente perché ovunque ho avuto la fortuna d’avere dei colleghi e collaboratori seri, preparati e altrettanto pronti a sacrificarsi.

Cosa manca al paese che lei si impegnerà, se eletto, a concretizzare?
Sicuramente la conclusione del polo scolastico. In questi cinque anni abbiamo dovuto seguire un infinito percorso burocratico che però, oggi, ci permette di intervenire facendo la bonifica e soprattutto facendola pagare a chi ha inquinato. Ottenere mezzo milione di euro da una società in concordato fallimentare non è stato proprio un gioco da ragazzi.

Come descriverebbe ad un estraneo il paese per il quale si candida?
Da sindaco uscente non posso far altro che dire che è il paese più bello del mondo. Forse ci mancano i tramonti o le albe sul mare, e questo non lo posso di certo promettere, però devo dire che Treviolo è un paese ricco di servizi, di attenzioni alle famiglie e alle persone. Ha una grande cortina verde che da quest’anno sarà ancor più garantita e preservata che rende Treviolo assolutamente vivibile con una qualità di vita elevatissima.

Quale è oggi la difficoltà maggiore nell’essere sindaco?
Il peso della burocrazia, un tema molto difficile e altrettanto complicato da far comprendere ai cittadini. E purtroppo il paese Italia è un po’ il paese delle complicazioni, anche delle cose più semplici.

Come intende affrontare le situazioni di marginalità sociale del suo territorio?
In questi anni le abbiamo affrontate al meglio, innanzitutto creando una rete con le realtà locali presenti sul territorio, come ad esempio le parrocchie. Siamo riusciti a creare un fondo specifico “Adotta una famiglia” dove ogni cittadino ha potuto donare un contributo alle famiglie più disagiate del territorio, ma soprattutto abbiamo cercato di dare dignità alle persone creando uno specifico sportello lavoro che ha reinserito nel mondo lavorativo numerosi cittadini di Treviolo, superando così il concetto di sussidiarietà.

Cosa non la convince dei suoi avversari candidati sindaco?
Guardi, non è tra le mie corde giudicare gli altri, e sinceramente più persone sono disponibili a dedicare parte del proprio tempo al bene comune candidandosi meglio è per l’intera comunità. Per questo rivolgo un grande in bocca al lupo a chiunque desideri intraprendere questo percorso.

Il suo politico di riferimento (anche passato) e perché?
Il presidente Sandro Pertini. Lo considero una persona che sapeva parlare alla gente con il cuore in mano, con molta sincerità e per questo in grado di farsi capire.

A un indeciso in cabina elettorale cosa gli suggerirebbe per farsi votare?
Un indeciso presente ad un seggio è già positivo perché votare è un grande diritto non solo un dovere. Comunque gli direi di lasciarsi trasportare dalla passione e dal cuore guardando negli occhi le persone. Se poi questo lo dovesse portare a votare qualcun altro, nessun problema: avrà fatto comunque la cosa giusta!


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