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La rivista di filosofia teoretica Il pensiero è nata nel 1956 per iniziativa di Emanuele Barié e proseguita con Leo Lugarini. L’intento era di proporsi come luogo d’incontro per studiosi di tendenze diverse anche eterogenee.

Negli anni ’50 si respirava nuova aria rispetto alle riviste fino allora in auge, caratterizzate dalla forte personalità dei promotori, La critica, con la personalità di Croce, Il Giornale critico della filosofia italiana con Gentile.

Nasceva nello stesso spirito nuovo anche Aut aut, promossa da Enzo Paci che cercava di accogliere più voci, con uno stile vivace, per una filosofia in dialogo con l’architettura, la poesia, la psicologia, la sociologia. Vitiello ha continuato sulla scia di Lugarini aprendo la rivista a filosofi di valore internazionale come Heidegger, Derrida, Ricoeur, Trìas, Luzi.

Allora il dibattito era: Filosofia o Storia della filosofia? Perché c’era consapevolezza che non si poteva fare teoresi senza storia della filosofia, né ridurre il tutto a storicismo. La filosofia doveva restare l’orizzonte di comprensione del mondo.

Negli anni ’90 si è avvertito però un limite: pur rivolgendosi alla storia della filosofia la filosofia vi rifletteva se stessa e i propri problemi. Era una sorte di tautologia: pur parlando di altro – arte, religione, scienza – risuonava sempre la propria voce. Si trattava di cambiare ancora. Restando filosofi bisognava mettersi nella prospettiva di come gli altri, l’artista, il sociologo, il religioso, lo scienziato, guardano i filosofi e la filosofia. Ecco perciò le tematiche degli ultimi numeri della rivista: Europa, America, il bianco

Vincenzo Vitiello
Sassari, Aula Magna Liceo Classico Azuni 2017 (prima parte)
a cura di Mauro Malighetti

 

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