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Il discorso sulla traduzione si avvia riflettendo sul cognome del conferenziere stesso, Alunni, nom in francese, cognome da noi immediatamente riconoscibile ma facilmente trascritto da un francese con una “n”, in “Aluni”. Senza dire del termine che viene dal latino alunnus, termine che nel Medioevo indicava un bambino abbandonato e adottato. E già questo ci dice che la traduzione è un problema. Platone scriveva nel Crizia: “Quando in molte occasioni mi sentite dare nomi greci a barbari, non vi stupite. Salone stesso li traspose nella nostra lingua quando, riguardo alla sua poesia, si informò sul significato di tali nomi e scoprì che gli Egiziani li avevano tradotti nella loro”.

Tradurre è un passaggio, un ponte tra due mondi o culture, indicato dalla parola metafora (meta-foro) cioè trasporre, trascinare o trasferire, da un campo semantico ad un altro appunto. Dalla parte dei Greci si trattava di appropriazione, dalla parte dei barbari risultava un’espropriazione. Tradurre è un calvario, una prova per intendere una lingua non propria. Implica una condizione di passività, di sofferenza, prova di resistenza e di coraggio, come nell’attraversamento di una terra sconosciuta con le varie battute di arresto. Tradurre è condivisione. Il termine francese partage però non ha solo l’accezione di mettere in comune ma anche quella del dividersi, lo spartirsi. Si è d’accordo nella lingua condivisa e discordi con la lingua da condividere. Tradurre è un lavoro che noi compiamo all’interno della nostra stessa lingua tra gli ambiti di sapere o nel discorso quotidiano. Valery diceva che scrivere è sempre un lavoro di traduzione. Il che comporta fatica ma anche arricchimento. Contrariamente al detto “traduttore traditore”.

Nel passaggio da una lingua all’altra, secondo Heidegger, c’è però una perdita di significato. Concezione non da poco che influenzò la sua teoria politica con un risvolto pratico: la sua adesione al nazismo. Nella lingua tedesca c’era il lascito di quella greca. “Parla benissimo” disse al suo assistente italiano Ernesto Grassi, aggiungendo: “ma come fa a far filosofia?” Bravissimo ma non era un tedesco. E tale preconcetto gli impedì di capire l’esistenzialismo di Sartre.

Le distorsioni inflitte al testo di partenza producono qualcosa di nuovo e un di più. Leibniz vedeva nella traduzione un trasferimento (informatio) dalla forma alla materia che diventa generativa. Tra lo scultore e la materia la statua di marmo. Goethe analizzava i composti, come tradurre indurre introdurre sedurre, indicanti processi attivi governati dal soggetto, in un’energia di processo e risultato.

Ma esiste anche il cattivo traduttore. Perché tradurre non è traslare, non è far corrispondere parola del testo alla parola della nuova lingua, come succede al traduttore alle prime armi. Ce lo spiega Benjamin illustrando il compito del traduttore. La traduzione può essere cattiva e contenere errori. Il tradurre porta in sé una colpa “adamitica” in quanto fonte di nuova vita. Si tratta di prolungarne o meglio elevarne la vita (uberleben).  Senza traduzione, isolato, il testo muore. “I resti di un’anfora nella ricostruzione del tutto devono essere contigui nei più piccoli dettagli, simili al significato dell’originale e perciò riconoscibili come frammenti della stessa anfora. La traduzione deve far passare nell’altra lingua, in un movimento d’amore, il modo di mirare dell’originale; e i frammenti della traduzione diventano frammenti di un linguaggio più ampio.”

Da qui l’atteggiamento etico richiesto al traduttore: “Vedo nel traduttore non tanto una professione quanto un modo di vivere e vedere il mondo che rifiuta di mettere radici. Il traduttore si trova in uno stato di sospensione, continuamente lacerato nei confronti dell’originale tra un atteggiamento di culto e di ribellione, di possibilità e impossibilità”. Kafka parlava di impossibilità dello scrivere, dello scrivere in tedesco, dello scrivere diversamente o in altra lingua. C’è stato un dibattito tra Croce e Gentile sul problema della traduzione. Per Croce ogni traduzione è una falsificazione. La traduzione sminuisce l’originale. Come c’è somiglianza tra gli individui che non cancella la diversità così è tra testo originale e testo tradotto a discapito del primo. Attenuando poi lo stesso Croce questa posizione e limitata alla poesia: non si può tradurre la poesia ma la prosa sì, perché il pensiero è perfettamente traducibile. Nel campo delle scienze, della filosofia, della storia si stabiliscono delle equivalenze di senso, legittime e valide.

Secondo Gentile non c’è pensiero senza la poesia del pensatore. Il linguaggio non è veste ma corpo del pensiero. Ciascuna parola nella concretezza del pensiero è investita d’una sua caratteristica che è la sua individualità e intraducibilità. La lingua non è la parlata ma il parlare, atto come l’attualità della vita, in tal senso unica. Per un verso non traduciamo mai, in realtà traduciamo sempre, fuori e dentro la nostra lingua. Tradurre è condizione universale di ogni pensare.

Cos’è il tradurre, si domanda Gentile, non in astratto ma in concreto? Se ben si bada a chi traduce e a quel che fa vediamo che compie il lavoro dell’interprete che passa da una lingua all’altra in quanto a lui entrambe note. Come lui le unisce, le mette in rapporto nel suo spirito. Passa da una all’altra come da una parte all’altra della sua stessa lingua. Unica lingua la sua, l’insieme delle due, lingua che non è né l’una né l’altra, sempre la stessa, sempre diversa. Chi traduce comincia a pensare in un modo, al quale non si arresta. Lo trasforma continuando a chiarire e rendere intimo a sé quel che ha cominciato a pensare. Noi continuamente traduciamo, senza distinguere poesia e prosa, arte o scienza. E continuiamo a leggere Dante che è morto nel 1321 perché di lui ci attrae la vita, e ci spinge a vivere la nostra. E lo facciamo nostro. Perciò ognuno ha bisogno oggi di tradurre a sé stesso quel che ha scritto o fatto ieri.

Sintesi della relazione di Charles Alunni
LA TRADUCIBILITA’ DEI SAPERI
Auditorium Liceo Mascherono di Bergamo, 29 aprile 2025 
all'interno del Programma Noesis 2024/2025

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