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All’Odg c’è la Vas al Pgt in sostituzione del Prg e in accordo con il Ptcp.


sigle

Se si ha destrezza amministrativa, se si possiedono facoltà divinatorie oppure se ci si vanta di essere degli scafati enigmisti alla Stefano Bartezzaghi non dovrebbe essere difficile decifrare il groviglio di acrostici uno stretto all’altro. Ma se si è un semplice cittadino seduto in Consiglio comunale, seppur con la forza cognitiva accresciuta dal desiderio che accomuna i neofiti della res publica, risulta alquanto arduo destreggiarsi nella serrata successione di consonanti da annodare qualsiasi lingua sciolta.

E riuscire ad intuire al volo, senza dubbi atroci che graffiano le cellule grigie, che all’Ordine del giorno c’è la Valutazione ambientale strategica al Piano di governo del territorio in sostituzione del Piano regolatore generale e in accordo con il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia. E’ solo un esempio di quanto siano oscure certe sedute consiliari se non si è avveduti sulle centinaia di abbreviazioni che contornano, sostanziano e concludono gli affaire amministrativi. Se cosa volevano dire Ici, Imu, Tasi lo si è imparato a colpi di portafoglio per “ri-pagare” la prima casa altre sigle del gergo burocratico restano un mistero denso come la Trinità che per lo meno dagli amboni non viene semplificata in PFS per indicare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.

Ma Ici, Imu, Tasi a parte estraendo a caso dal cilindro delle sigle in uso troviamo il TUEL (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali), lo SFA (Servizio formazione all’autonomia dei disabili), il CAG (Centro di aggregazione giovanile), il POF (Piano offerta formativa delle scuole), il PIF (Piano di indirizzo forestale), il PEF (Piano economico finanziario), il POP (Piano opere pubbliche), il CDD (Centro diurno disabili), il PTUA (Programma di Tutela ed Uso delle Acque), il PSR (Programma di Sviluppo Rurale), lo SPIDiS (Servizio provinciale integrazione disabili sensoriali) eccetera eccetera.

Una dose massiccia di queste “ristrette evidenze” può far smarrire la tramontana ai cittadini tanto che un qualunque signor Mario Rossi di Bergamo, in un attacco acuto di emulazione da Consiglio comunale, potrebbe rispondere MRB a un poliziotto a un posto di blocco “affamato” di generalità. La “sindrome della sigla” serpeggia ovunque negli enti istituzionali creando di fatto un muro lessicale tra chi amministra e tra chi è amministrato. Bigini tascabili e prontuari ad hoc contro l’invasione, tutta terrestre, delle sigle potrebbero essere una valida soluzione anche se il buon senso suggerirebbe ai sindaci, agli assessori e ai consiglieri di allungare le abbreviazioni in parole finite e comprensibili quando ci si accorge che i posti in sala consiliare sono occupati dal pubblico.

La democrazia è anche una questione di intelligibilità. Se, per esempio, un diritto si maschera in un pelago indecifrabile e condensato di sigle cessa di essere tale poiché cessa di essere compreso. Che non succeda di accantonare del tutto il “Tvb amministrazione”. (Bruno Silini)

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