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Altro che Photoshop. La natura sa regalare immagini di sé che vanno ben oltre qualsiasi perizia grafica. E’ il caso delle aurore boreali, un vero e proprio spettacolo sul palcoscenico del cielo norvergese che il fotografo bergamasco Antonio Finazzi s’è preso la briga, per il terzo anno consecutivo, di archiviare in migliaia di scatti.

aurore boreali

Fotografia di Antonio Finazzi

Un bel bottino di immagini processato con la tecnica cinematografica del time-lapse che riproduce in una manciata di secondi un fenomeno della durata di alcune ore, non percettibile nella sua evoluzione all’occhio umano, come, per esempio, il movimento apparente del Sole e delle stelle sulla volta celeste o la corsa delle nuvole nel cielo o lo sbocciare di un fiore. Un lavoro che presenterà (introdotto da Pietro Rinaldi) venerdì 13 maggio all’auditorium di Chiuduno (ore  21) durante il terzo appuntamento con “Oltre il cielo”, la rassegna dedicata all’astronomia e all’astrofisica organizzata dal Gruppo Storico Chiuduno, in collaborazione con Praviation360 e il patrocinio del Comune.

Non è solo una conferenza – precisa Finazzi – ma un incontro multimediale che racconta, tra storia, leggenda e scienza, le meravigliose luminenscenze che accendono i cieli delle alte latitudini del nostro emisfero”. Ormai i norvegesi non ci fanno più caso. Sono talmente abituati alle aurore boreali che allo stupore per tale prodigio preferiscono un pragmatico business turistico. E ci riescono pure bene affittando ai visitatori case di pescatori in riva ai fiordi (con stoccafissi appesi fuori ad essiccare) dove impiantare cavalletti, macchine fotografiche e grandangoli. Insomma il minimo indispensabile per catturare quelle che tecnicamente sono spiegate come il risultato dell’interazione tra i venti solari e gli strati superiori dell’atmosfera terrestre (la ionosfera) tra i 100 e 500 chilometri dalla Terra.

Le aurore boreali – continua Finazzi – si manifestano con variopinte bande luminose dal verde al rosso fino ad arrivare in casi più rari al blu e possono assumere fantastiche forme ad arco, a bande, a raggi, a fiamme, a veli con movimenti ondulati e variabili nel tempo”. Se oggi la scienza ha privato il fenomeno di quell’aurea di teofanìa nei tempi andati gli antichi lo consideravano come un prodigio di “natura divina”. E come dar loro torto? (Bruno Silini)


Guarda l’emozionante slideshow sulle aurore boreali

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