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Domenica 13 maggio. Festa della mamma. Diverse sono le iniziative proposte dalla città di Bergamo; da quelle dedicate alle famiglie (come la visita guidata da due educatori museali, per bambini e adulti, dell’Accademia Carrara), a quelle pensate specificatamente alle donne (come il reading concerto al femminile “Donne di fiori. Intrecci tra creatività femminile e universo floreale”, di Alessandro Bottelli presso Villa dei Tasso “Cerradina”). Due tipologie di proposte che mettono in luce due aspetti fondamentali della vita di una mamma: i momenti in famiglia e di condivisione di esperienze con i propri figli, ma gli altrettanto importanti momenti dedicati, invece, a se stesse e al proprio essere donna, oltre che madre. Diceva a proposito lo psicoanalista James Hillmann:Quando mio figlio diventa la mia ragione di vita significa che ho abbandonato la ragione invisibile della mia vita” Un’interessante citazione per avviare una riflessione sul ruolo materno oggi. Donne, madri, mogli, lavoratrici, figlie… Ruoli differenti, che spesso si sovrappongono, richiedendo un grande investimento di responsabilità ed energie, fisiche e mentali. Può succedere di entrare in crisi e sentirsi perse, vuote, confuse, inadeguate, incomprese. Diventare madre comporta grossi cambiamenti concreti ed esistenziali. La maternità rappresenta una fase evolutiva di profondo mutamento: cambia il corpo, cambiano abitudini e stili di vita, si vivono nuove sensazioni, spesso sconosciute. Con il parto una donna diventa fisicamente madre e prende forma una nuova identità: il senso dell’essere madre (Stern 2000). La nascita psicologica della mamma determina nella donna pensieri, paure, speranze, fantasie, trasformazioni molto forti ed emotivamente disorientanti che possono esprimersi, alle volte, con uno stato di malessere, che può diventare per le neo-mamme un’esperienza di crisi.


Allo stesso tempo, quando si diventa madri non è possibile sospendere, almeno momentaneamente, tutti gli altri ruoli. Si continua ad essere mogli, compagne, lavoratrici, figlie (a volte di genitori anziani che richiedono a loro volta cure e attenzioni), senza la possibilità di mettere “in pausa” e riprendere con calma da dove si era arrivati. In uno scenario sociale che è di per sé sempre più in accelerazione, sempre più multi-tasking, tutto questo può essere, per quanto bello, estremamente stressante. Come promuovere il benessere nelle mamme di oggi allora? Le madri vanno aiutate nel conciliare i ruoli diversi, a lasciare andare, a permettersi di non avere tutto sotto controllo, a delegare alcuni aspetti di vita quotidiana ai padri tenendo lontano il pensiero “lui non lo farà mai come lo faccio io“. Capiterà di essere stanche, di essere tristi, di non sentirsi all’altezza, di sbagliare o di sentirsi sbagliate ed inadeguate. Bisogna accettare di essere im-perfette, “non compiute” perché dall’essere madre non si finisce mai di imparare, è un processo in continuo divenire, un compimento che si perpetua per tutta la vita. Bisogna mediare tra i bisogni dei propri figli e i propri bisogni. Il rischio, infatti, è che, sommerse dalla quantità di cose da fare e gestire, si rinunci alla parte che sembra meno indispensabile nell’emergenza: la coltivazione di sé. Dal punto di vista dell’intervento psicologico, come forma preventiva, possono essere molto utili i gruppi di parola tra mamme. L’esperienza di gruppo può rivelarsi preziosa: sentirsi accolte in un contesto non giudicante, condividendo paure, difficoltà, ma anche risorse e strategie, di cui forse non si è nemmeno consapevoli, con persone che vivono un’esperienza simile può avere un grande potere trasformativo.


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Autore

Silvia Calenda

Psicologa (laurea in Neuroscienze e riabilitazione neuropsicologica a Padova) , psicoterapeuta cognitivo-costruttivista in formazione

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