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L’uomo a cui Confucio guardava per trovare ispirazione e guida era Zhougong (il duca di Zhou), fratello del fondatore della dinastia Zhou. Nonostante il cuneo temporale tra loro, Confucio credeva entrambi volessero la stessa cosa: il bene della dinastia, l’armonia sociale e la stabilità politica fondate sulla fiducia e sui reciproci obblighi morali, con un ricorso minimo alle regole legali.

Ma il duca di Zhou era un re e Confucio un semplice funzionario, il che significava che aveva un’autorità politica limitata e transitoria, a seconda che ricoprisse in un dato momento un incarico governativo. Egli non aveva nessun incarico ufficiale e permanente. Ciò lo angosciava, la sua paura era di non riuscire a dare il meglio di sé, ad essere utile al mondo e alla gente.

L’impegno filosofico di Confucio gli consentì di avere numerosi discepoli, tutti  considerevolmente più giovani di lui. Non li reclutò attivamente, non fondò alcuna scuola o accademia. Essi si avvicinarono a lui quando era un consigliere a Lu. Provenivano da una vasta gamma di ambienti, figli di aristocratici, figli di gentiluomini comuni, mercanti, agricoltori, artigiani e persino criminali e figli di criminali – Tutti scelsero di legarsi al maestro per apprendere ogni cosa utile nell’ottica di un percorso verso una carriera ufficiale.

Tra i suoi primi discepoli, tre si sono distinti: Zigong, Zilu e Yan Hui.

Zigong

Prima di diventare discepolo di Confucio, era stato un commerciante. Il grande maestro notò in lui la determinazione a migliorare la propria sorte e la promessa di diventare un bravo diplomatico e un abile finanziario. Confucio amava la  sua compagnia perché Zigong era qualcuno con cui poteva condividere i suoi pensieri sul mondo e sulle persone che conoscevano, sulla poesia e le pratiche rituali.

Zilu

A differenza di Zigong, era rozzo e grezzo, ma molto devoto. Confucio sapeva che avrebbe fatto qualsiasi cosa per proteggerlo dai pericoli: anche “lottare con una tigre a mani nude” o “seguirlo in mare aperto su una zattera di bambù“. Tuttavia, secondo Confucio, essere semplicemente coraggiosi e leali non era sufficiente, perché, senza l’amore per il sapere e il desiderio per l’apprendimento, nessuno sarebbe stato in grado di valutare correttamente il mondo e le proprie azioni, e nemmeno evitare le conseguenze negative di esse. Tuttavia, Confucio accolse Zilu, poiché era qualcuno “che non si vergognava di stare accanto a un uomo che indossava pelliccia di volpe o di tasso mentre lui stesso indossava un abito sbrindellato imbottito di filo di seta“. Inoltre, Confucio non negava l’istruzione a chiunque volesse imparare e non fosse disposto ad arrendersi quando cercava di risolvere un problema difficile. In cambio, non si aspettava altro che un pacco di carne secca in dono.

Yan Hui

Proveniva da una famiglia povera e che si accontentava di vivere in un quartiere squallido nutrendosi soltanto con una scodella di miglio e un mestolo d’acqua. Nessuna difficoltà o privazione avrebbe potuto però distoglierlo dal suo amore per l’apprendimento e dal suo desiderio di conoscere il bene. Yan Hui era il preferito di Confucio e, quando morì prematuramente, il maestro si mostrò così turbato che gli altri discepoli si chiesero se una simile manifestazione di emozione non fosse eccessiva. A questo il loro maestro rispose: “Se non per quest’uomo, per chi dovrei mostrare tanto dolore?” (Dialetti, 11:9; 11:10). Furono questi tre – Zigong, Zilu e Yan Hui – che seguirono Confucio nel suo lungo viaggio verso l’ignoto, lasciandosi alle spalle non solo le loro case e famiglie, ma anche opportunità di carriera a Lu che avrebbero consentito loro di vivere nell’agio


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Autore

Enrico Valente

Enrico Valente è nato a Torino nel 1978 dove si laurea in giurisprudenza nel 2004. Da oltre vent'anni si dedica allo studio e alla ricerca filosofica e da alcuni anni affianca la passione per la scrittura alla traduzione di saggi e romanzi. Con ”L'arte di cambiare, da bisogno a desiderio dell'altro” la sua opera di esordio, vince nel 2021 il primo premio al Concorso nazionale di filosofia ”Le figure del pensiero”, nello stesso anno riceve per la medesima opera la menzione d'onore al Premio di arti letterarie metropoli di Torino e arriva finalista al concorso di Città di Castello. Attualmente è impegnato alla preparazione di una collana intitolata ”Incontri filosofici” dedicata ai grandi protagonisti della filosofia che sta ricevendo un notevole riscontro da parte del pubblico ed è in corso di traduzione all'estero. Il suo primo numero “Il mio primo Platone” è arrivato finalista al concorso nazionale di filosofia di Certaldo (FI) 2022.

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