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Platone, con acuto spirito critico, riesce a dimostrare che gli Stati e le costituzioni del suo tempo, lungi dall’essere fondati sulla scienza del bene e sulla giustizia, restino vittime dello strapotere delle opinioni e degli interessi dei singoli.

Il percorso di decadenza dello Stato

Avviene in un ordine preciso, secondo tappe differenti che rappresentano forme costituzionali ben contraddistinte. Tali costituzioni rappresentano tutte degenerazioni dello Stato primo, ossia dello Stato ideale, quello retto dai filosofi-re. Lo Stato utopico platonico è di costituzione aristocratica, è governato dai migliori sì, ma nell’interesse di tutti. Se poi pensiamo che ogni cittadino, nella pratica del proprio mestiere, non agisca per un proprio fine egoistico ma orienti il suo operato verso il bene collettivo, possiamo affermare che, in un certo senso, tutti governino, tutti partecipino all’unica ragione che con giustizia governa lo Stato.

L’ambizione

Ma le cose non vanno sempre per il meglio, e allora succede che i governanti, lungi dal lasciarsi guidare dalla ragione e dal pensiero razionale, cadano vittime della loro ambizione, della fame di potere e di onore. Si passerà così allo Stato timocratico, la prima degenerazione dello Stato, dal quale facilmente si giungerà poi allo Stato oligarchico, quando la bramosia che segue la fame di potere farà sì che la ricchezza si concentri nelle mani di pochi. Qui sarà il censo a stabilire chi debba governare e chi no. Solo i ricchi potranno assurgere al ruolo di guida della comunità. Ma anche questa forma di governo è una transizione, perché la sempre maggiore concentrazione di ricchezze nelle mani di pochi porterà a squilibri sociali via via sempre più ingestibili. La lacerazione continua del tessuto sociale e dello Stato sarà spinta sino al punto in cui saranno i poveri e gli emarginati ad entrare in scena rivoltandosi e cacciando i ricchi. E’ la democrazia, qui i poveri e la gente comune si spartiranno l’amministrazione e le magistrature, il più delle volte a sorte.

I difetti della democrazia

Ma in democrazia, sostiene Platone, le cose non andranno meglio. Tutti uguali, ciascuno avrà il diritto di far prevalere la propria opinione, i propri interessi, le proprie passioni. Avremo così non uno Stato, ma tanti Stati, tanti quanti sono i cittadini. Questo coacervo di operati in conflitto perenne porterà rapidamente alla frammentazione dello Stato, alla sua disgregazione. Non un discorso unico, dove le parti che lo articolano hanno un posto determinato e un senso, ma il caos, l’irrazionale. Platone criticò gli uomini politici del suo tempo che adottarono riforme in senso democratico: Temistocle, Cimone, Aristide ed anche Pericle. A proposito di quest’ultimo nel Gorgia, Platone per bocca di Socrate afferma che gli ateniesi sotto il suo governo ne sono usciti più pigri, vili e corrotti. Nemmeno gli Stati moderni retti sul principio democratico della maggioranza, secondo la visione di Platone, potrebbero salvarsi. Il concetto della maggioranza, infatti, contiene in sé l’assenza di totalità. Una maggioranza di visioni, opinioni e interessi non costituiranno mai un tessuto capace di unire lo Stato e direzionare tutte le sue parti verso il fine unico, il bene collettivo.

Verso la tirannia

Ma tornando al percorso degenerativo intravisto da Platone, la democrazia, nel caos e nella incontrollabilità dello Stato, condurrà verso la tirannia, ultimo grado di degenerazione, il più terribile. La tirannia è il potere dispotico di un solo individuo, che per assumere il potere e per mantenerlo si circonderà di guardie e milizie armate e non esiterà ad usare la violenza per mantenere il dominio assoluto sulla società. E’ evidente che questo tipo di costituzione rappresenti quanto di più lontano si possa concepire dal governo della ragione e dalla felicità collettiva che questa costituzione riesce a garantire. Peraltro, e ciò fa riflettere, per Platone ad essere infelice sotto la tirannia non sarà soltanto qualsiasi comune cittadino ma anche il tiranno stesso, vittima della propria brama e delle passioni incontrollate.

STORIA DELLA FILOSOFIA. TUTTE LE LEZIONI PUBBLICATE

Lezione 1: Le origini della filosofia in Grecia. La scuola ionica
Lezione 2: Eraclito, filosofo del Panta rei
Lezione 3: Pitagora, non solo filosofo ma taumaturgo e astronomo
Lezione 4: Parmenide e le vittime dell’illusione dei sensi
Lezioni 5: I paradossi di Zenone. Vi dicono qualcosa Achille e la tartaruga?
Lezione 6: Anassagora e i semi originari della materia
Lezione 7: Empedocle e le quattro radici: fuoco, aria, terra e acqua
Lezione 8: Democrito, padre della fisica
Lezione 9: La sofistica. Come si monetizzava nell’antichità con la filosofia
Lezione 10: Protagora. L’uomo è misura di tutte le cose
Lezioni 11: La filosofia di Gorgia su essere, conoscenza e comunicabilità
Lezione 12: La tragedia greca con i quasi filosofi Eschilo, Sofocle ed Euripide
Lezioni 13: Eschilo, padre della tragedia greca
Lezione 14: Sofocle e l’innovazione della tragedia greca
Lezione 15: Nella tragedia greca di Euripide stranieri e servi entrano in scena
Lezione 16: La filosofia di Socrate così spaventosa per politici e potenti
Lezione 17: Socrate e il rifiuto di filosofare per iscritto
Lezione 18: Socrate. Le affinità con i Sofisti e con Platone
Lezione 19: Antropocentrismo filosofico di Socrate
Lezione 20: Socrate e la consapevolezza della propria ignoranza
Lezione 21: Ironia come metodo
Lezione 22: La maieutica di Socrate per un genuino punto di vista sulle cose
Lezione 23: Il tì èsti di Socrate (che cos’è?) e la nascita della parola concetto
Lezione 24: Il significato della virtù per Socrate, non dono ma conquista
Lezione 25: La scienza del bene e del male e l’arte del saper vivere
Lezione 26: La religione in Socrate
Lezione 27: Le scuole socratiche: megarica, cinica e cirenaica
Lezione 28: Introduzione alla filosofia di Platone
Lezione 29: La vita di Platone, filosofo e lottatore
Lezione 30: I primi dialoghi di Platone e l’influenza di Socrate
Lezione 31: L’Iperuranio e il concetto di idea in Platone
Lezione 32: Platone. Il rapporto tra il mondo sensibile e il mondo delle idee
Lezione 33: La teoria della reminiscenza di Platone
Lezione 34: Platone e l’immortalità dell’anima
Lezione 35: Verità e opinione per Platone
Lezioni 36: Platone. Le passioni, ostacolo alla verità
Lezione 37: Il mito della biga alata di Platone. La distinzione tra anima e corpo
Lezione 38: Il mito della caverna di Platone. Cosa fare per diventare filosofo
Lezione 39: Platone e il mito dell’androgino raccontato nel Simposio
Lezione 40: Platone e il mito del demiurgo introdotto nel Timeo
Lezione 41: Platone. Il mito di Prometeo
Lezione 42: Platone il mito di Theuth e del suo comodo alfabeto
Lezione 43: Saper ragionare bene. Bello e giustizia in Platone/
Lezione 44: Lo Stato giusto secondo Platone
Lezione 45: Le tre classi dello Stato nella Repubblica di Platone
Lezione 46: Il comunismo platonico e la ricerca della felicità
Lezione 47: Platone e i segreti sull’educazione dei governanti

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Autore

Enrico Valente

Enrico Valente è nato a Torino nel 1978 dove si laurea in giurisprudenza nel 2004. Da oltre vent'anni si dedica allo studio e alla ricerca filosofica e da alcuni anni affianca la passione per la scrittura alla traduzione di saggi e romanzi. Con ”L'arte di cambiare, da bisogno a desiderio dell'altro” la sua opera di esordio, vince nel 2021 il primo premio al Concorso nazionale di filosofia ”Le figure del pensiero”, nello stesso anno riceve per la medesima opera la menzione d'onore al Premio di arti letterarie metropoli di Torino e arriva finalista al concorso di Città di Castello. Attualmente è impegnato alla preparazione di una collana intitolata ”Incontri filosofici” dedicata ai grandi protagonisti della filosofia che sta ricevendo un notevole riscontro da parte del pubblico ed è in corso di traduzione all'estero. Il suo primo numero “Il mio primo Platone” è arrivato finalista al concorso nazionale di filosofia di Certaldo (FI) 2022.

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