Biondi immobiliare

Aristotele definisce sostanza  di una cosa quella che è la sua caratteristica essenziale, e come tale non inerisce ad un’altra cosa, ma ha vita propria. Ad esempio, nel dire “quell’uomo biondo”, l’uomo, essendo qualcosa che possiamo configurare in modo autonomo, indipendente da qualunque possibile predicato, ossia da qualunque qualità, rappresenta la sostanza. Le sostanze sono quindi i vari portatori di qualità che incontriamo nell’esperienza (quest’uomo, quest’animale o quest’albero). Per cui ogni essere è determinato dall’unione di sostanze e delle loro qualità.

Caratteristica imprescindibile di ogni sostanza prima è l’assenza di ogni suo contrario; la sostanza non costituisce mai uno dei due termini di una contrarietà, per questo pur restando sempre identica e una di numero è capace di accogliere in sé determinazioni contrarie. Infatti non esiste il contrario di uomo, esiste l’uomo alto il cui contrario è l’uomo basso.

Ogni sostanza, per il filosofo, forma un sinolo, ossia un’unione indissolubile tra due elementi: la forma e la materia. Per Aristotele il significato di forma è però ben differente dal nostro. La forma per lui non è tanto l’aspetto esteriore di una cosa ma la sua natura propria, la struttura che la rende tale, e che ci permette di distinguere la cosa tra le altre. Per cui la forma di un uomo è la sua “umanità”, la forma di un cane, la sua “canità”. Negli esseri viventi, la forma è, in pratica, la specie alla quale appartiene. Per materia, invece, Aristotele intende il soggetto di cui una cosa è fatta, ossia il materiale di cui è composta e che funge da sostrato, ossia da sostanza originaria e costante rispetto ai suoi attributi (ad esempio il marmo è la materia di cui la statua è fatta). Nel sinolo, la forma, fornendo la materia di una determinata struttura, è l’elemento attivo e determinante nel rapporto. La materia costituisce invece l’elemento passivo, perché appunto ottiene dalla forma la propria struttura. A caratterizzare quindi l’essenza della cosa, a renderla in pratica identificabile come tale, e questo è un aspetto fondamentale, non è la materia della quale è fatta, ma la sua forma. Ad esempio, a rendere ciò che è una statua di marmo non è il marmo di cui è fatta, materiale che potremmo trovare anche in una piastrella o una scala ad esempio, ma il suo essere statua, l’avere quindi la forma caratteristica della statua.

Per questo, considerata l’importanza assegnata alla forma nel costituire e nell’identificare la cosa, Aristotele chiama sostanza non soltanto il sinolo ma anche e soprattutto la forma; e alla domanda “che cos’è la sostanza” il filosofo risponderebbe sia che è il sinolo (quindi l’unione nella cosa di forma e materia) sia la forma (o la natura) che rende il sinolo quello che è. Per cui nella frase “quest’uomo biondo” la sostanza è sia l’uomo (sinolo) sia l’umanità (ossia la sua forma o natura).

Dalla sostanza, che rappresenta l’essenza della cosa, ossia la cosa in sé spogliata di ogni predicato, occorre distinguere l’accidente, ossia la qualità che una cosa può e allo stesso tempo può anche non avere, senza la quale quindi continuerebbe a esistere. Nella frase “quell’uomo biondo” abbiamo assegnato alla parola “uomo” la definizione di sostanza perché è un’entità autonoma e irriducibile. A rappresentare invece l’accidente della sostanza, ossia quella qualità che può esserci ma che può anche non esserci, perché anche in sua assenza la  sostanza resterebbe tale, è la parola “biondo”. In altri termini, per Aristotele, l’accidente può distinguersi dalla sostanza perché rappresenta una caratteristica casuale e non indispensabile di essa.

Ma torniamo al concetto di sostanza. Se la sostanza è quanto di più intimo, originario e essenziale abbia la cosa (e quindi, ciò che essenzialmente e necessariamente è) definire un ente qualsiasi significa, esplicitarne l’essenza. Per questo, ogni qualvolta ci domandiamo che cosa sia una cosa, dovremmo rispondere mettendo in luce l’essenza più intima e originaria di essa. E’ una domanda, che può essere formulata a proposito di qualsiasi ente, da Dio, il più elevato, alla creatura meno sviluppata o cosa più semplice esistente, perché tutti gli esseri, a prescindere dalla loro importanza e dalla differente forma (Dio, l’uomo, le piante, gli insetti, ecc.), hanno in comune, il fatto di rappresentare, comunque, delle sostanze.

Con questa nuova prospettiva Aristotele sta capovolgendo la dottrina platonica dell’essere che privilegiava lo studio delle idee all’indagine della natura (la natura per il filosofo ateniese non meritava particolari attenzioni essendo solo una riproduzione imperfetta delle idee). Per Aristotele, quindi, le scienze, avendo tutte come oggetto le sostanze della natura, hanno pari dignità e valore.

STORIA DELLA FILOSOFIA. TUTTE LE LEZIONI PUBBLICATE

Lezione 1: Le origini della filosofia in Grecia. La scuola ionica
Lezione 2: Eraclito, filosofo del Panta rei
Lezione 3: Pitagora, non solo filosofo ma taumaturgo e astronomo
Lezione 4: Parmenide e le vittime dell’illusione dei sensi
Lezioni 5: I paradossi di Zenone. Vi dicono qualcosa Achille e la tartaruga?
Lezione 6: Anassagora e i semi originari della materia
Lezione 7: Empedocle e le quattro radici: fuoco, aria, terra e acqua
Lezione 8: Democrito, padre della fisica
Lezione 9: La sofistica. Come si monetizzava nell’antichità con la filosofia
Lezione 10: Protagora. L’uomo è misura di tutte le cose
Lezioni 11: La filosofia di Gorgia su essere, conoscenza e comunicabilità
Lezione 12: La tragedia greca con i quasi filosofi Eschilo, Sofocle ed Euripide
Lezioni 13: Eschilo, padre della tragedia greca
Lezione 14: Sofocle e l’innovazione della tragedia greca
Lezione 15: Nella tragedia greca di Euripide stranieri e servi entrano in scena
Lezione 16: La filosofia di Socrate così spaventosa per politici e potenti
Lezione 17: Socrate e il rifiuto di filosofare per iscritto
Lezione 18: Socrate. Le affinità con i Sofisti e con Platone
Lezione 19: Antropocentrismo filosofico di Socrate
Lezione 20: Socrate e la consapevolezza della propria ignoranza
Lezione 21: Ironia come metodo
Lezione 22: La maieutica di Socrate per un genuino punto di vista sulle cose
Lezione 23: Il tì èsti di Socrate (che cos’è?) e la nascita della parola concetto
Lezione 24: Il significato della virtù per Socrate, non dono ma conquista
Lezione 25: La scienza del bene e del male e l’arte del saper vivere
Lezione 26: La religione in Socrate
Lezione 27: Le scuole socratiche: megarica, cinica e cirenaica
Lezione 28: Introduzione alla filosofia di Platone
Lezione 29: La vita di Platone, filosofo e lottatore
Lezione 30: I primi dialoghi di Platone e l’influenza di Socrate
Lezione 31: L’Iperuranio e il concetto di idea in Platone
Lezione 32: Platone. Il rapporto tra il mondo sensibile e il mondo delle idee
Lezione 33: La teoria della reminiscenza di Platone
Lezione 34: Platone e l’immortalità dell’anima
Lezione 35: Verità e opinione per Platone
Lezioni 36: Platone. Le passioni, ostacolo alla verità
Lezione 37: Il mito della biga alata di Platone. La distinzione tra anima e corpo
Lezione 38: Il mito della caverna di Platone. Cosa fare per diventare filosofo
Lezione 39: Platone e il mito dell’androgino raccontato nel Simposio
Lezione 40: Platone e il mito del demiurgo introdotto nel Timeo
Lezione 41: Platone. Il mito di Prometeo
Lezione 42: Platone il mito di Theuth e del suo comodo alfabeto
Lezione 43: Saper ragionare bene. Bello e giustizia in Platone/
Lezione 44: Lo Stato giusto secondo Platone
Lezione 45: Le tre classi dello Stato nella Repubblica di Platone
Lezione 46: Il comunismo platonico e la ricerca della felicità
Lezione 47: Platone e i segreti sull’educazione dei governanti
Lezione 48: Le degenerazioni dello Stato secondo Platone
Lezione 49: Il pensiero di Platone sulla scienza e l’arte imitativa
Lezione 50: Platone. La retorica a servizio della dialettica
Lezione 51: Platone. La dialettica come scienza suprema delle idee
Lezione 52: Platone. Il concetto di essenza e il concetto di esistenza
Lezione 53: Come Platone si sbarazza del problema del nulla e dell’errore
Lezione 54: Il bene per Platone, fine supremo del nostro agire
Lezione 55: Platone. Lo scopo educativo delle leggi verso il bene e il giusto
Lezione 56: Platone. La religione e l’ordine cosmico
Lezione 57: Platone nella storia della filosofia, da Aristolele a Husserl
Lezione 58: Introduzione alla filosofia di Aristotele e le differenze con Platone
Lezione 59: La vita di Aristotele, il filosofo nato in Macedonia
Lezione 60: La classificazione delle opere di Aristotele
Lezione 61: La distinzione delle scienze per Aristotele
Lezione 62: Il concetto di metafisica in Aristotele
Lezione 63: Aristotele. I significati e le categorie dell’essere
Lezione 64: Aristotele e il principio di non contraddizione

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Autore

Enrico Valente

Enrico Valente è nato a Torino nel 1978 dove si laurea in giurisprudenza nel 2004. Da oltre vent'anni si dedica allo studio e alla ricerca filosofica e da alcuni anni affianca la passione per la scrittura alla traduzione di saggi e romanzi. Con ”L'arte di cambiare, da bisogno a desiderio dell'altro” la sua opera di esordio, vince nel 2021 il primo premio al Concorso nazionale di filosofia ”Le figure del pensiero”, nello stesso anno riceve per la medesima opera la menzione d'onore al Premio di arti letterarie metropoli di Torino e arriva finalista al concorso di Città di Castello. Attualmente è impegnato alla preparazione di una collana intitolata ”Incontri filosofici” dedicata ai grandi protagonisti della filosofia che sta ricevendo un notevole riscontro da parte del pubblico ed è in corso di traduzione all'estero. Il suo primo numero “Il mio primo Platone” è arrivato finalista al concorso nazionale di filosofia di Certaldo (FI) 2022.

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