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La scuola stoica si interessa molto di logica, come già lo aveva fatto Aristotele. Essa è quella parte della filosofia che si occupa dell’articolazione del pensiero, dei ragionamenti, dei discorsi. Per gli stoici i discorsi si distinguono in continui e divisi, i primi sono quelli in cui uno parla e nessuno lo interrompe mai, le orazioni ad esempio, e sono studiati dalla retorica. I secondi sono quelli che vengono interrotti, si basano sul confronto con gli altri e vengono studiati dalla dialettica.

La filosofia come ci ha insegnato Socrate si basa sulla dialettica. La dialettica a sua volta  si divide in grammatica e logica, la prima studia le regole che disciplinano la struttura del discorso (sostantivi, verbi, aggettivi, ecc.), la seconda è la logica propriamente detta, che ha per oggetto le proposizioni, le rappresentazioni, i ragionamenti e i sofismi. La logica serve a capire come riusciamo a ragionare, e per capire come riusciamo a ragionare dobbiamo sapere come riusciamo a conoscere, perché le due cose sono legate.

Bisogna partire da una premessa, per gli Stoici l’uomo non nasce con delle informazioni già acquisite, non dispone di un patrimonio di conoscenza fin dalla nascita. L’uomo quando viene al mondo è tabula rasa, è un foglio bianco sul quale con il tempo, durante la crescita, vengono registrate le informazioni che l’esperienza sensibile ci permette di acquisire.

Gli stoici parlano della rappresentazione catalettica per indicare il processo attraverso il quale il sensibile diventa conoscenza. Esso consta in quattro tappe differenti.

  1. Fase della percezione; è una fase passiva, le cose sono percepite quando entrano in contatto con i nostri sensi. La percezione non è un azione, un comportamento, ma un gesto passivo, è subita. Percepisco qualcosa di morbido alla mano, ma non so ancora cosa sia. Se volessimo rappresentare la conoscenza come qualcosa da poter tenere in mano, in questa fase, il palmo della mano sarebbe aperto, la mano riceve l’impressione dall’esterno ma non si attiva per afferrarla;
  2. Fase della conferma; è l’inizio della fase attiva. Dico: “guarda, c’è qualcosa, sto percependo qualcosa”. In questa fase l’anima avverte lo stimolo esterno ma ancora non ha chiarito di cosa si tratti. La mano comincia a chiudersi, comincia a reagire allo stimolo.
  3. Fase della rappresentazione catalettica vera e propria: è il momento in cui stringo la mano e afferro la conoscenza. In questo momento comincio a capire cosa sto ricevendo, gli do un nome. La cosa morbida che sto toccando è un orsacchiotto.
  4. Fase del confronto con altre rappresentazioni. Oramai ho scritto nel mio intelletto lo stimolo e lo posso confrontare con le altre cose. Quindi vado oltre la singola percezione. È l’orsetto che tengo sul letto, me lo aveva regalato la nonna quando ero piccolo. È la fase delle due mani che si stringono tra loro, collaborano e si confrontano.

Attraverso il processo della rappresentazione catalettica riesco quindi a conoscere le cose che provengono dall’esterno e a dare loro un nome. Il percorso conoscitivo però non può concludersi qui, al momento della rappresentazione sensibile. Ciò che è necessario è ordinare e catalogare la moltitudine delle impressioni alle quali ho dato un nome. A questo servono i concetti. Non mi basta dire che quello che ho tra le mani è l’orsetto che mi ha regalato la nonna, per concludere il mio percorso conoscitivo devo procedere ad un livello superiore trovando un nome che includa il mio orsetto ma che comprenda anche le altre cose simili al mio orsetto (ad esempio Topolino, un coniglietto, una bambola). Il nome con il quale potrei includerli tutti e quattro è peluche. Peluche è quindi il concetto che include la moltitudine di cose simili al mio orsetto. Come, ad esempio il biscotto, la torta e il gelato, possono far parte del concetto di dolce.

Il concetto è, nella sostanza, una conoscenza ramificata che include una moltitudine di cose comuni.

Per gli stoici il concetto non ha una natura concreta, è un’entità astratta che non si trova nella realtà, è un prodotto della mente che per conoscere ha bisogno, dopo aver dato un nome alle impressioni, di unirle e catalogarle. Per questo l’universale non è mai nelle cose ma nell’anima.

I concetti più generali, quelli chiamati da Aristotele “categorie” sono per gli stoici solo quattro: il soggetto (chiamato anche sostanza), la qualità, il modo d’essere, la relazione. Il concetto più esteso, quello che gli stoici chiamano genere sommo, è il concetto dell’essere, che abbraccia tutto, perché ogni cosa diciamo che è. Il concetto meno esteso e più determinato è invece quello della specie che non ha nulla sotto di sè, ad esempio un dato individuo. Tra tutte le dottrine della logica stoica la più importante è quella del significato. Se per Aristotele il concetto è l’essenza delle cose per gli stoici è invece soltanto un segno che significa le cose, che le raggruppa sotto un unico nome. Come si raggruppa sotto il concetto di uomo tutti gli individui.

In ogni caso bisogna distinguere all’interno del concetto tre elementi:

  1. la cosa che significa, ossia la parola in sé, ad esempio la parola “Socrate”, alla quale vogliamo assegnare un significato;
  2. il significato della parola, ossia la rappresentazione mentale della cosa. Quindi l’idea che ci facciamo quando sentiamo nominare la parola “Socrate”;
  3. la cosa che è significata, ossia l’oggetto reale, quindi Socrate in persona. Di questi tre elementi due sono corporei, ossia la parola in sé e la cosa che è significata, uno è incorporeo, cioè il significato.

STORIA DELLA FILOSOFIA. TUTTE LE LEZIONI PUBBLICATE

Lezione 1: Le origini della filosofia in Grecia. La scuola ionica
Lezione 2: Eraclito, filosofo del Panta rei
Lezione 3: Pitagora, non solo filosofo ma taumaturgo e astronomo
Lezione 4: Parmenide e le vittime dell’illusione dei sensi
Lezioni 5: I paradossi di Zenone. Vi dicono qualcosa Achille e la tartaruga?
Lezione 6: Anassagora e i semi originari della materia
Lezione 7: Empedocle e le quattro radici: fuoco, aria, terra e acqua
Lezione 8: Democrito, padre della fisica
Lezione 9: La sofistica. Come si monetizzava nell’antichità con la filosofia
Lezione 10: Protagora. L’uomo è misura di tutte le cose
Lezioni 11: La filosofia di Gorgia su essere, conoscenza e comunicabilità
Lezione 12: La tragedia greca con i quasi filosofi Eschilo, Sofocle ed Euripide
Lezioni 13: Eschilo, padre della tragedia greca
Lezione 14: Sofocle e l’innovazione della tragedia greca
Lezione 15: Nella tragedia greca di Euripide stranieri e servi entrano in scena
Lezione 16: La filosofia di Socrate così spaventosa per politici e potenti
Lezione 17: Socrate e il rifiuto di filosofare per iscritto
Lezione 18: Socrate. Le affinità con i Sofisti e con Platone
Lezione 19: Antropocentrismo filosofico di Socrate
Lezione 20: Socrate e la consapevolezza della propria ignoranza
Lezione 21: Ironia come metodo
Lezione 22: La maieutica di Socrate per un genuino punto di vista sulle cose
Lezione 23: Il tì èsti di Socrate (che cos’è?) e la nascita della parola concetto
Lezione 24: Il significato della virtù per Socrate, non dono ma conquista
Lezione 25: La scienza del bene e del male e l’arte del saper vivere
Lezione 26: La religione in Socrate
Lezione 27: Le scuole socratiche: megarica, cinica e cirenaica
Lezione 28: Introduzione alla filosofia di Platone
Lezione 29: La vita di Platone, filosofo e lottatore
Lezione 30: I primi dialoghi di Platone e l’influenza di Socrate
Lezione 31: L’Iperuranio e il concetto di idea in Platone
Lezione 32: Platone. Il rapporto tra il mondo sensibile e il mondo delle idee
Lezione 33: La teoria della reminiscenza di Platone
Lezione 34: Platone e l’immortalità dell’anima
Lezione 35: Verità e opinione per Platone
Lezioni 36: Platone. Le passioni, ostacolo alla verità
Lezione 37: Il mito della biga alata di Platone. La distinzione tra anima e corpo
Lezione 38: Il mito della caverna di Platone. Cosa fare per diventare filosofo
Lezione 39: Platone e il mito dell’androgino raccontato nel Simposio
Lezione 40: Platone e il mito del demiurgo introdotto nel Timeo
Lezione 41: Platone. Il mito di Prometeo
Lezione 42: Platone il mito di Theuth e del suo comodo alfabeto
Lezione 43: Saper ragionare bene. Bello e giustizia in Platone/
Lezione 44: Lo Stato giusto secondo Platone
Lezione 45: Le tre classi dello Stato nella Repubblica di Platone
Lezione 46: Il comunismo platonico e la ricerca della felicità
Lezione 47: Platone e i segreti sull’educazione dei governanti
Lezione 48: Le degenerazioni dello Stato secondo Platone
Lezione 49: Il pensiero di Platone sulla scienza e l’arte imitativa
Lezione 50: Platone. La retorica a servizio della dialettica
Lezione 51: Platone. La dialettica come scienza suprema delle idee
Lezione 52: Platone. Il concetto di essenza e il concetto di esistenza
Lezione 53: Come Platone si sbarazza del problema del nulla e dell’errore
Lezione 54: Il bene per Platone, fine supremo del nostro agire
Lezione 55: Platone. Lo scopo educativo delle leggi verso il bene e il giusto
Lezione 56: Platone. La religione e l’ordine cosmico
Lezione 57: Platone nella storia della filosofia, da Aristolele a Husserl
Lezione 58: Introduzione alla filosofia di Aristotele e le differenze con Platone
Lezione 59: La vita di Aristotele, il filosofo nato in Macedonia
Lezione 60: La classificazione delle opere di Aristotele
Lezione 61: La distinzione delle scienze per Aristotele
Lezione 62: Il concetto di metafisica in Aristotele
Lezione 63: Aristotele. I significati e le categorie dell’essere
Lezione 64: Aristotele e il principio di non contraddizione
Lezione 65: Il concetto di sostanza per Aristotele, unione di forma e materia
Lezione 66: Aristotele. La teoria delle quattro cause
Lezione 67: Aristotele critica Platone
Lezione 68: Aristotele. Il concetto del divenire
Lezioni 69: La concezione di Dio in Aristotele
Lezione 70: La logica in Aristotele. Lo strumento per tutte le scienze
Lezione 71: La proposizioni in Aristotele. Ossia le frasi
Lezione 72: La definizione di sillogismo
Lezione 73: La fisica in Aristotele. I movimenti
Lezione 74: La fisica in Aristotele. Le qualità dell’universo: lo spazio e il tempo
Lezione 75: Il confronto tra Aristotele e Democrito
Lezione 76: Aristotele. L’anima e le sue funzioni
Lezione 77: Aristotele. Sensibilità, immaginazione, intelletto
Lezione 78: L’Etica per Aristotele, esercizio della ragione e autocontrollo
Lezione 79: Nella Politica di Aristotele nessun uomo può risultare sufficiente a se stesso
Lezione 80: Arte come una pratica imitativa della realtà. La poetica di Aristotele
Lezione 81: Tra le virtù etiche di Aristotele la più importante è la giustizia
Lezione 82: La teoria dell’amicizia in Aristotele
Lezione 83: Aristotele nella storia, creatore del primo lessico filosofico
Lezione 84: Contesto storico in cui visse Epicuro
Lezione 85: Il significato di ellenismo
Lezione 86: Zenone di Cizio, il fondatore dello stoicismo

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Autore

Enrico Valente

Enrico Valente è nato a Torino nel 1978 dove si laurea in giurisprudenza nel 2004. Da oltre vent'anni si dedica allo studio e alla ricerca filosofica e da alcuni anni affianca la passione per la scrittura alla traduzione di saggi e romanzi. Con ”L'arte di cambiare, da bisogno a desiderio dell'altro” la sua opera di esordio, vince nel 2021 il primo premio al Concorso nazionale di filosofia ”Le figure del pensiero”, nello stesso anno riceve per la medesima opera la menzione d'onore al Premio di arti letterarie metropoli di Torino e arriva finalista al concorso di Città di Castello. Attualmente è impegnato alla preparazione di una collana intitolata ”Incontri filosofici” dedicata ai grandi protagonisti della filosofia che sta ricevendo un notevole riscontro da parte del pubblico ed è in corso di traduzione all'estero. Il suo primo numero “Il mio primo Platone” è arrivato finalista al concorso nazionale di filosofia di Certaldo (FI) 2022.

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